Erica e calluna

Erica e calura sono forti e rustiche piante sempreverdi che colorano i terrazzi autunnali con spighe di piccoli fiori campanulati. Vi racconto come distinguerle e coltivarle!

“L’ha mai osservata la brughiera?
E’ tormentata dai venti, dalle tempeste, dai ghiacci dell’inverno. Eppure, l’erica, resiste. Rimane attaccata alla terra, sempre e comunque. Non la tradisce mai, non l’abbandona per rifiorire in posti più tranquilli, le sue radici non muoiono, sanno che il loro destino è legato alla brughiera, anche se è ostile. Ma l’amano così com’è, senza riserve.”

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Rustica e forte l’erica descritta nel capolavoro di Emily Brontë ‘Cime tempestose’, tanto quanto la calluna, pianta simile nell’aspetto che cresce spontanea anche nelle brughiere dell’Italia settentrionale, il tipico arbusto conosciuto con il nome comune di brugo dal quale si ricavava materia prima per realizzare le scope. Al primo accenno d’autunno, erica e calluna ritornano puntuali in bella mostra dai fioristi, nei vivai, nei garden center e non mancano mai negli scaffali dei reparti di giardinaggio dei supermercati. Alcune specie e cultivar arrivano dal nord Europa pregne del ricordo delle terre di origine dove prosperano a dispetto clima freddo e inospitale, altre invece sono ibridi derivati da stirpe sud africane che non sopportano temperature inferiori ai 5°C, dunque individuata la pianta e l’habitat ideale dovrebbe essere facile riuscire a coltivarle in vaso anche sul terrazzo! L’elemento di distinzione di questi piccoli arbusti sempreverdi e rappresentato principalmente dalla forma dei fiori, riuniti in spighe terminali si formano sui rami dell’anno precedente e sono di colore molto vario dal bianco al rosa porpora. Nell’erica il fiore è formato da una corolla tubulosa a quattro lobi profondamente divisi più corto nella dimensione rispetto al calice, internamente macchiato di rosso, della calluna.

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Entrambe le specie sono acidofile, vivono bene quindi in terra acida e molto povera, amano il fresco e temono la siccità ed il forte calore dell’estate periodo in cui, a riposo vegetativo, dovranno essere al riparo dai raggi cocenti del sole ed annaffiate possibilmente con acqua non calcarea, ideale è quella piovana, mantenendo umido ma non bagnato il terriccio di coltivazione. Ogni tanto un po’ di te freddo, come a tutte le acidofile, sarà da loro assai gradito.

Subito dopo la fioritura potate le piante eliminando la parte dei fusti che portano i fiori appassiti.

Potete facilmente propagare erica e calluna da talea, da preparare dalla primavera fino alla fine dell’estate, prelevando dalla pianta madre porzioni di rami che dovranno avere una lunghezza di circa cinque centimetri. Radicano rapidamente in vaso contenente un miscuglio di sabbia e torba posto in luogo riparato.

scritto per Vivere Country ottobre 2014

6 Comments

  1. Amo sia l’erica sia questo passo di “Cime tempestose”.
    Per uno strano cortocircuito la copia da cui ho letto questo libro la prima volta era quella che avevo da poco regalato a mia sorella che si chiama per l’appunto Erika.
    La prossima volta che andrò a trovarla non potrò non portarle una piantina sua omonima.
    Complimenti per il blog, da folle amante di giardini storici e orti botanici ti leggo sempre con piacere.

    1. Ciao Arianna
      chissà se mi leggi ancora, non so ancora come è accaduto ma non avevo visto il tuo commento.
      Grazie mille e buona continuazione

  2. Fiore che amo in modo particolare. Credevo fosse solo erica. Di calluna mai sentito parlare. Ti leggo e mi accorgo che nel mio supermercato sono in vendita vasetti di calluna. Che strana coincidenza. Li ho subito acquistati in un bel colore rosa carico e ora fanno bella mostra sul mio davanzale. Sei come al solito molto esaustiva. Grazie.

  3. Possiedo un bosco di castagno a 500mt slm dove estirperò calluna e erica carnea per il mio giardino situato a 60mt s.l.mare. Abito a Massa Carrara. In estate, quest’anno, max 30/35°C al sole. Mi può dire come procedere per espianto/impianto ?.

    Cordialmente. Fabrizio Vignali

    1. Fabrizio mi spiace di aver letto solo ora il suo commento, immagino avrà già provveduto, diciamo che dal fresco della montagna alle calde temperature rivierasche non sarà stata una passeggiata, spero abbia cambiato la terra aggiungendo apposito terriccio per acidofile.
      buona continuazione

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