rose antiche per il pot-pourri

 Centinaia sono i roseti che possono offrire petali adatti ai pot-pourri: ma non tutti hanno il fascino e il profumo delle cosiddette “rose antiche”.


Si definiscono antiche le varietà di rose nate prima del 1867, anno in cui, ufficialmente, hanno trovato la loro diffusione i primi ibridi di Tea. Rosa gallica, le rose di Damasco, le Bourbon, sono degli esempi di rose antiche.


Anche nel mio giardino ce n’è qualcuna. ‘Chapeau de Napoléon’, ad esempio: appartiene al gruppo delle rose muscose, la cui peculiarità è l’aver sviluppato, sul peduncolo e sul calice, un tessuto muscoso e crestato, leggermente appiccicoso. Introdotta nel 1826 dal vivaista francese Vibert, nostalgico ex soldato napoleonico, e da subito amatissima nell’Inghilterra vittoriana, ‘Chapeau’ ha un fiore ricco, rosa argentato, i cui boccioli socchiusi ricordano la forma di una feluca: per questo Vibert decise di mettere in vendita questa rosa dedicandola al suo eroe. 


Non rifiorente, ottima per gli sciroppi, regala bei petali per i pot-pourri, e persino i peduncoli essiccati sono piacevolmente decorativi.


Alla monofioritura di ‘Chapeau de Napoléon’ si contrappone la rifiorentissima ‘Rose de Rescht’. Ottima per i piccoli giardini e per i principianti, si può coltivare in vaso e sopporta qualche errore di potatura (senza esagerare, però!). Caratterizzata da corolle a pon pon fucsia, i suoi petali essiccano alla svelta semplicemente raccogliendoli in un cestino, mescolando ogni tanto. Compatta, la pianta ha una buona resistenza alle malattie e rifiorisce con regolarità se cimata dopo ogni fioritura. Le origini di questa rosa sono sconosciute, ma le sue antenate sembrerebbero dividersi tra le rose galliche e le portland, sebbene il vivaista Nancy Lindsay, che la introdusse in Europa, sostenesse di averla trovata nei pressi di Rescht, in Persia.


E infine ‘Souvenir de la Malmaison’. Di nuovo Napoleone fa capolino tra le rose, ma questa volta grazie alla mano gentile di Giuseppina: la donna, dopo essere stata incoronata imperatrice nel 1804, collezionò, nella celebre villa della Malmaison, almeno 250 varietà di rose provenienti da ogni parte del mondo. Non si sa se ‘Souvenir’ appartenesse veramente alla collezione di Giuseppina, che col tempo andò perduta. Il coltivatore Jean Beluze pensò bene di dedicargliela. Ha un colore chiaro, bianco crema sfumato di rosa, e boccioli ricolmi di petali che si schiudono perfettamente solo quando il tempo è asciutto. Il suo profumo è interessante, anche se sembra possa variare leggermente a seconda della zona in cui è coltivata la pianta.

Testo e foto di Marta Moletta

6 Comments

  1. Mesi fa ho piantato una pianta di rose, era l’unica rimasta in un angolo, piuttosto triste, ma dopo poco tempo mi ha deliziato con dei fiori a coppa ricchissimi di petali, molto simile ad una peonia e quel profumo intenso che solo le rose sanno avere….
    Magnifiche a dir poco! Ho notato che si stanno riscoprendo molto, tra gli appassionati e non, le varietà più dimenticate sia di fiori che frutti, è bello guardare avanti, ma non dimenticare le radici passate 🙂

    1. @francesca
      Sono d’accordo con te, amo le rose antiche e le traduzioni ma vivo nel presente e son ben contenta dei nuovi ibridi che ci vengono regalati dai geniali vivaisti!

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